Lo stretto di Messina (u Strittu)
Lo Stretto di Messina (dagli abitanti del luogo detto u Strittu - lo Stretto) chiamato nell'antichità Faro di Messina o Fretum Siciliae, è un braccio di mare che collega il Mar Ionio con il Mar Tirreno e che, separando le due città di Reggio Calabria e Messina con le concernenti aree urbane, separa la Sicilia dalla Calabria.
Lo Stretto di Messina, come abbiamo detto, è il punto di separazione tra due bacini (Ionio e Tirreno) contigui ma distinti, aventi acque con caratteristiche fisico-chimiche.
Le condizioni idrologiche dello Stretto di Messina sono fantastiche, e del tutto tipici e speciali sono i popolamenti che esso ospita.
Infatti, l’intenso idrodinamismo e le caratteristiche chimiche delle acque dello Stretto sono in grado di controllare gli organismi che in esso vivono e influenzare l’intero assetto biologico dell’ambiente definendo uno straordinario ecosistema, unico nel Mar Mediterraneo per biocenosi ed ricchezza di specie; lo Stretto di Messina, quindi, costituisce un importante riserva di biodiversità.
Le intense ed alternecorrenti, la temperatura bassa e la grande quantità di sali di fosforo e azoto condotti in superficie dalle acque profonde stabiliscono la disponibilità di una grande quantità di sostanza organica impiegata sia dagli organismi pelagici e dai popolamenti bentonici costieri.
Tutto ciò, insieme ai fenomeni associati, tende a riprodurre una condizione di tipo "atlantico". Infatti, molte specie prettamente atlantiche, come ad esempio le laminarie (grandi alghe brune), pur se presenti in qualche altra parte del Mediterraneo solo nello Stretto di Messina riescono a formare delle vere foreste sottomarine.
Lo Stretto di Messina è frontiera fra i due bacini orientale ed occidentale del Mar Mediterraneo, è un punto importante di indagine dei flussi migratori delle specie che si trovano nei due bacini. In quest’area transitano comunità planctoniche, anche di lontana origine sia orientale sia atlantica.
Fra le specie bentoniche, di particolare rilevanza è la presenza di Pilumnus inermis che rappresenta una delle specie più notevoli nell’associazione a Errina aspera (idrozoo), noto endemismo dello Stretto di Messina, su cui vive un Mollusco cipreide, ove sono presenti numerose altre specie fra cui l’ofiura ed i crostacei. Da indicare ancora il dente di cane gigante.
Dal punto di vista faunistico lo Stretto di Messina è il Paradiso degli Zoologi, per la grande biodiversità che lo contraddistingue. Il fondale è arricchito da una grande varietà di colori e forme dovute all’abbondanza di attinie, madrepore e coralli.
Una chiara dimostrazione sono le "foreste" di gorgonie rosse e gialle dei fondali di Scilla. Queste, facendo presa al substrato, creano un vero bosco, ambiente perfetto per ospitare molte altre specie bentoniche.
Delle specie ittiche sono presenti da cernie, dentici, saraghi, ricciole, castagnole ed in periodo invernale dagli splendidi pesce San Pietro.
Lo Stretto di Messina, trovandosi lungo una delle maggiori direttrici migratorie del Mar Mediterraneo, è un punto importante di transito per la migrazione di molte specie. Certamente le più conosciute da un punto di vista ambientale ed economico, sono i tonno, palamita, aguglia imperiale ed il pescespada.
Da considerare ancora che lo Stretto di Messina è un punto di passaggio obbligato per le migrazioni dei cetacei.
Degni di segnalazione, oltre i delfini presenti in Mediterraneo, sono le balenottere e specie i capodogli che passano attraverso lo Stretto per andare nell’area delle Isole Eolie quasi certamente a fini riproduttivi. Infine, è da sottolineare la presenza di alcuni importanti selacei che migrano attraverso lo Stretto di Messina, quali squalo bianco ed conosciuto come squalo capo piatto.
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